Pepe the Frog è una rana della serie a fumetti Boy’s Club, creata nel 2005 da Matt Furie e pubblicata inizialmente su MySpace.

All’inizio del 2008, un disegno in cui Pepe si abbassa i pantaloni fino alle caviglie per urinare è divenuto molto popolare su 4chan, abbinato all’espressione “feels good man”.
A partire da allora la rana è stata utilizzata (ironicamente) in innumerevoli meme, inizialmente con un taglio razzista, omofobo e antisemita.
Durante la campagna per la presidenza di Donald Trump, Pepe fu addirittura usato come mascotte di MAGA (col cappellino rosso “Make America Great Again”); alcuni lo associarono, di conseguenza, ad un simbolo dell’alt-right (la destra alternativa americana).

Pepe fra NFT, DeFi e memecoin
In verità, nel settore crypto la rana Pepe non ha alcuna connotazione politica.
Per quanto riguarda gli NFT la prima collezione che include la rana è Rare Pepe, realizzata sulla sulla piattaforma Counterparty a partire dal 2016: il pezzo più raro, chiamato “Homer Pepe”, è stato venduto per 205 ETH.

A febbraio 2021 esplose su OpenSea un’altra collezione, chiamata “Non Fungible Pepe” (NFP): gli NFT, in perfetto stile CryptoPunks, totalizzarono in poco tempo milioni di dollari in vendite. Qui sotto puoi vedere il soggetto venduto per 110,25 WETH.

Passiamo ora alla DeFi. Daniele Sestagalli, che nel suo avatar sta impersonando proprio Pepe, ha lanciato nel 2021 il concetto di Frog Nation: un insieme di protocolli di finanza decentralizzata (Abracadabra, Wonderland, Popsicle Finance e SushiSwap) che, nelle mani del “popolo delle rane”, permetterebbe di dare ai partecipanti la libertà finanziaria (lo slogan di Sesta è infatti #OccupyDeFi).

Infine abbiamo la memecoin PEPE: nata ad aprile 2023, in una fase di mercato tutt’altro che euforica, è riuscita in pochi giorni a farsi listare su vari exchange e ad entrare nelle prime 100 criptovalute per market cap, moltiplicando il suo prezzo iniziale di svariate centinaia di volte.
