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Cos’è il Web3?

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Il Web3 (o Web 3.0) rappresenta la prossima iterazione o, per meglio dire, fase dell’evoluzione del Web e di Internet. Sarà qualcosa di dirompente e rappresenterà un grande cambiamento di paradigma, più del Web 2.0.

Il Web3 si basa sui concetti di decentralizzazione, apertura e maggiore utilità per l’utente: ecco perché lo si associa spesso con la blockchain e, più in generale, con il mondo delle criptovalute.

La lunga strada verso il Web3
La lunga strada verso il Web3

Tim Berners-Lee aveva esposto alcuni di questi concetti chiave negli anni ’90, come descritto di seguito:

Decentralizzazione: “Non è necessaria alcuna autorizzazione da parte di un’autorità centrale per pubblicare qualsiasi cosa sul web, non esiste un nodo di controllo centrale, quindi nessun singolo punto di errore… e nessun ‘kill switch’! Questo implica anche la libertà dalla censura indiscriminata e dalla sorveglianza.”

Bottom-up Design: “Invece di essere scritto e controllato da un piccolo gruppo di esperti, il codice è stato sviluppato sotto gli occhi di tutti, incoraggiando la massima partecipazione e sperimentazione”.

In un articolo del 2001, Berners-Lee ha discusso il concetto di quello che ha chiamato web semantico. I computer non hanno un modo affidabile per elaborare la semantica del linguaggio (cioè, capire il contesto effettivo in cui viene utilizzata una parola o una frase). La visione di Berners-Lee era di dare una struttura al contenuto significativo delle pagine web e abilitare software in grado di svolgere compiti sofisticati per gli utenti.

Definizione delle funzionalità del Web 3.0

Sebbene non esista ancora una definizione standardizzata di Web3, queste sono alcune caratteristiche che lo definiscono:

Decentralizzazione

Questo è un principio fondamentale del Web3. Nel Web 2.0, i computer utilizzano il protocollo HTTP sotto forma di indirizzi web univoci per trovare informazioni, che vengono archiviate in una posizione fissa generalmente su un singolo server. Con il Web3, poiché le informazioni verrebbero trovate in base al loro contenuto, potrebbero essere archiviate in più posizioni contemporaneamente e quindi essere decentralizzate.

Ciò abbatterebbe gli enormi database attualmente detenuti dai giganti di Internet come Facebook (ora Meta) e Google, e impedirebbe il loro indebito arricchimento offrendo un maggiore controllo agli utenti.

Con il Web3, i dati generati da risorse informatiche disparate e sempre più potenti, tra cui telefoni cellulari, desktop, elettrodomestici, veicoli e sensori, saranno venduti dagli utenti (se lo vorranno) attraverso reti di dati decentralizzate, garantendo che gli utenti mantengano il controllo della proprietà.

Trustless e Permissionless

Oltre al decentramento e al fatto di essere basato su software open source, il Web3 sarà anche “trustless” (ovvero, la rete consentirà ai partecipanti di interagire direttamente senza passare per un intermediario) e “permissionless” (ovvero chiunque vi può partecipare senza l’autorizzazione di un organo direttivo).

Di conseguenza, le applicazioni Web3 verranno eseguite su blockchain o reti peer-to-peer decentralizzate o su una loro combinazione: tali app decentralizzate sono indicate come dApps.

Intelligenza artificiale (AI) e apprendimento automatico

Nel Web3, i computer saranno in grado di comprendere le informazioni come gli esseri umani, attraverso tecnologie basate sui concetti del web semantico e sull’elaborazione del linguaggio naturale.

Il Web3 utilizzerà anche l’apprendimento automatico, che è una branca dell’intelligenza artificiale che utilizza dati e algoritmi per imitare il modo in cui gli umani apprendono, migliorandone gradualmente la precisione.

Queste capacità consentiranno ai computer di produrre risultati più rapidi e più pertinenti in una serie di aree come lo sviluppo di farmaci e nuovi materiali, rispetto alla semplice pubblicità mirata che costituisce il grosso degli sforzi attuali.

Connettività e ubiquità: con il Web3, le informazioni e i contenuti sono più connessi e onnipresenti, accessibili da più applicazioni e con un numero crescente di dispositivi di uso quotidiano connessi al web, un esempio è l’IoT (Internet of Things).

Potenziale e insidie del Web 3.0

Il Web3 ha il potenziale per fornire agli utenti un’utilità molto maggiore, andando ben oltre i social media, lo streaming e lo shopping online che costituiscono la maggior parte delle applicazioni Web 2.0 utilizzate dai consumatori. Funzionalità come il web semantico, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico che sono al centro del Web3 hanno il potenziale per aumentare notevolmente l’applicazione in nuove aree e migliorare notevolmente l’interazione dell’utente.

Le funzionalità principali del Web3 come la decentralizzazione e i sistemi permissionless permetteranno inoltre agli utenti un controllo molto maggiore sui propri dati personali. Ciò può aiutare a limitare la pratica dell’estrazione dei dati, che si riferisce alle informazioni raccolte dagli utenti del web senza il loro consenso o compenso, e frenare gli effetti che hanno consentito ai giganti della tecnologia di diventare quasi monopolisti attraverso pubblicità e pratiche di marketing di sfruttamento dei dati.

Tuttavia, il decentramento comporta anche significativi rischi legali e normativi. La criminalità informatica, l’incitamento all’odio e la disinformazione, che sono già abbastanza difficili da controllare, lo diventeranno ancora di più in una struttura decentralizzata a causa della mancanza di un controllo centrale. Un web decentralizzato renderebbe anche molto difficile la regolamentazione e l’applicazione; ad esempio, quale legge nazionale si applicherebbe a un sito web specifico il cui contenuto è ospitato in numerose nazioni a livello globale?

Quali nuove tecnologie saranno agevolate dal Web 3.0?

A causa della sua caratteristica chiave di decentralizzazione, il Web3 si presta a tecnologie come blockchain, registro distribuito (distributed ledger) e finanza decentralizzata (DeFi).

Conclusione

Per usare un’analogia con i film, se il Web 1.0 rappresentasse l’era dei film in bianco e nero, il Web 2.0 sarebbe l’era del colore, mentre il Web 3.0 sarebbe quella delle esperienze immersive nel metaverso. Proprio come gli anni 2010 sono stati il ​​decennio in cui il Web 2.0 è diventato la forza dominante nel panorama economico e culturale globale, potrebbe essere il turno del Web 3.0 negli anni ’20. Il cambio di nome di Facebook in Meta il 28 ottobre 2021 potrebbe rivelarsi un primo segnale che il passaggio al Web3 sta prendendo piede.